settembre 02, 2008

Un anno di Mac

E' trascorso ormai un anno da quando ho fatto il grande salto: passare al mondo Apple.
L'avessi fatto prima. L'amico PZ (link a lato) è da sempre MacUser e mi ha costantemente martellato per passare il guado: aveva ragione.
Dall'inizio dell'informatizzazione in ufficio ci si è trovati a confronto prima con DOS installato sul glorioso AT dell'IBM, che tutto sommato non era una male, poi con Windows che via via è evoluto ... Evoluto ?
Purtroppo comprando un computer NON Apple te lo ritrovavi tra i piedi, anzi tra le dita.
Posso affermare che il colpo di grazia l'ha dato Vista, e senza nemmeno averlo “visto” all'opera.
La paura di trovarsi con un S.O. di difficile gestione, unita alla necessità di buttare via i computer preesistenti per la fame di memoria RAM, HD di dimensioni continentali e necessità di velocità del processore iperboliche mi hanno convinto di passare dall'altra parte del fiume.
Il passaggio non è stato radicale, primo un MacBook Pro per uso personale, inserito e configurato da solo nella rete di ufficio basata su Windows NT Server (per inserire un nuovo utente PC avrei dovuto chiamare il supporto tecnico perché sicuramente da qualche sarebbe mancato un pallino, una crocetta o una selezione in uno degli innumerevoli e astrusi menu di Windows).
Poi dopo pochi mesi, prima che Bill si ritirasse in pensione, l'ho salutato io, estromettendo tutte le macchine Windows dall'ufficio, server incluso, sostituendole con iMac nuovi fiammanti. Anche la segretaria ogni tanto scopre qualche funzione che la lascia meravigliata dalla semplicità di utilizzo.
Com'è bello comprare una nuova stampante o altra periferica che sia, attaccarla all'USB e adoperarla immediatamente.
Oppure ricevere per posta un file e non avere troppi problemi a trovare un software che consenta quantomeno di capire cosa contiene.
Aggiornamenti, avvio, installazioni; in pochi istanti si fa tutto. Dall'altra parte un aggiornamento o un'installazione nuova poteva richiedere anche qualche ora, se non si piantava a metà; lo stesso avvio del computer richiedeva all'HD un lavoro da atleta olimpionico sempre al top della forma e alcuni interminabili minuti.
Dalla mia esperienza posso distillare questo pensiero che distingue i due mondi: l'informatica deve aiutare a fare le cose e non complicare più del necessario la vita collaborando a farti perdere tempo e talvolta soldi.
Un consiglio sincero: non è mai troppo tardi.

1 commento:

  1. SM,
    ricordati che comunque anche i Mac che sono anni avanti sono pur sempre delle vili macchine che cercano di trasformare il tuo pensiero in qualcosa di digitale.
    Spesso ti danno una grande mano.
    Altre meno.

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